Velocità peculiare – Wikipedia

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La velocità peculiare (o anche moto peculiare) è, in generale, la velocità di un oggetto rispetto a un certo sistema di riferimento. Il concetto è particolarmente usato in astronomia.[1][2]

Nello studio delle galassie, il moto peculiare di un oggetto celeste (tipicamente una stella) è il moto dello stesso rispetto al sistema di riferimento della propria galassia. Usualmente si usa il sistema di riposo locale (o Local standard of rest, LSR) come sistema di riferimento rispetto al quale misurare i moti peculiari dei corpi celesti nella Via Lattea.[3]

La velocità peculiare di una galassia in sé indica invece la componente vettoriale della sua velocità generale che devia dal flusso di Hubble.

Tali concetti si contrappongono a quello di moto apparente (per certi versi, è in parte la stessa differenza logica che vi è tra la magnitudine apparente e quella assoluta di un corpo celeste, dove cambia il punto di vista dell’osservatore).

  1. ^ “Peculiare” | Dizionario delle Scienze Fisiche, su treccani.it. URL consultato il 14 settembre 2023.

    «Moto p.: di un astro, è il moto reale rispetto al centro di massa del sistema cui appartiene (per es. […]); si contrapp. a moto apparente, quello che appare a un osservatore terrestre, che è in moto rispetto all’astro. In ogni punto P di un sistema stellare, come la Galassia, si definisce il Local Standard of Rest (LSR, “standard di quiete locale”) come il moto del centro di massa delle stelle entro un volume V centrato in P molto più piccolo della scala di variazione caratteristica […]»

  2. ^ “Peculiare” | Dizionario, su treccani.it. URL consultato il 14 settembre 2023.

    «In astronomia, moto p. delle stelle, il loro moto reale, cioè il moto riferito al baricentro del sistema cui appartengono; velocità p. delle stelle, la velocità dovuta al loro moto peculiare.»

  3. ^ (EN) Local kinematics and the local standard of rest (abstract), in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 403, n. 4, aprile 2010, pp. 1829-1833.



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